L’eclatante caso del palazzo occupato a Roma, in cui il cardinale Konrad Krajewski ha riallacciato la corrente elettrica, fa emergere con evidenza ciò che Federconsumatori denuncia da tempo: nel nostro Paese esiste e persiste una drammatica condizione di povertà energetica. Sono tanti, troppi gli utenti in difficoltà economiche che non riescono a sostenere le spese per energia elettrica, acqua e gas e che si trovano in condizioni di morosità: proprio per questo è necessario gestire diversamente gli strumenti di dialogo tra imprese e cittadini, utilizzando canali dedicati che permettano di valutare il disagio sociale e intervenendo, in sede di conciliazione, con efficaci forme di aiuto e sostegno.
In questo quadro l’esposto per furto di energia presentato da Acea ci lascia sconcertati e sono ancora più sconvolgenti le notizie che apprendiamo in queste ore in merito ad una possibile profilatura dei clienti morosi da parte dell’azienda stessa, per poi negare le forniture ai consumatori che non risultino in regola con i pagamenti, magari a causa di un contenzioso ancora aperto con un’altra società o della mancata cancellazione dalla banca dati dei “cattivi pagatori”. Come Federconsumatori da anni tuteliamo i diritti dei cittadini ispirandoci a princìpi di solidarietà, uguaglianza e giustizia ed esprimiamo pertanto la nostra più ferma contrarietà alle schedature.
La fornitura di beni primari è insopprimibile: l’energia elettrica e l’acqua devono essere assicurate a tutti per la sopravvivenza ed è inconcepibile nonché profondamente ingiusto che un’azienda, peraltro ad azionariato pubblico, si permetta di privare gli utenti di queste stesse risorse.