L’incidente avvenuto domenica sera a Bologna solleva di nuovo l’attenzione su un problema troppo spesso dimenticato: la questione della sicurezza e delle coperture contrattuali e assicurative dei rider.
Lavoratori invisibili che si aggirano per le strade delle nostre città, senza diritti e tutele adeguate in caso di incidente.
Rappresentano il volto dell’efficienza a portata di app, in realtà non sono altro che l’espressione di una vecchia forma di sfruttamento che ha vestito i panni dell’innovazione tecnologica.
Pedalando, ogni sera questi ragazzi sempre meno giovani (il caso di Mario è emblematico di come questo tipo di lavoro si stia diffondendo ad ogni età) effettuano consegne di cibo a domicilio, percependo importi irrisori per ogni consegna.
Un fenomeno che appare ancora più allarmante alla luce della crescente crisi dei bilanci familiari e dell’avanzare della povertà. Per fare fronte a tale tendenza sono sempre di più i neo-rider che cercano di arrotondare lo stipendio per arrivare con dignità a fine mese.
Si tratta di un problema che il Governo è chiamato ad affrontare con serietà e responsabilità, per dare un contratto, tutele e diritti a questi lavoratori.
La collaborazione tra lavoratori, esercenti e consumatori è una chiave di svolta fondamentale per un’evoluzione positiva in tal senso, affinché le forme di tutela ed il rispetto dei diritti possano realmente affermarsi. Per questo invitiamo i cittadini ad un consumo consapevole, ad informarsi sulle condizioni dei lavoratori e sulle modalità con cui vengono effettuati i servizi, privilegiando sempre chi opera in maniera corretta, legale, rispettosa della dignità e dei diritti.