Un incontro urgente e congiunto con il Ministro della Salute Giulia Grillo e con la Conferenza Stato Regioni per avviare una riforma a tutto tondo del sistema di emergenza-urgenza. A chiederlo, questa mattina a Roma – in una conferenza stampa organizzata presso la sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana – Federconsumatori, Società Italiana Sistema 118, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) e i sindacati delle professioni sanitarie presenti.
“Le diverse modalità di gestione e d’affidamento dei soccorsi accentuano le differenze a livello regionale, creando una situazione di disparità inaccettabile, che mina il diritto alla salute dei cittadini, specialmente in aree ad elevata concentrazione demografica – ha affermato il Presidente di Federconsumatori, Emilio Viafora -. Abbiamo perciò deciso di rivendicare misure che garantiscano un adeguato, tempestivo e qualificato soccorso dei cittadini, uniforme su tutto il territorio nazionale”.
Una differenza tra cittadini che inizia già al momento della chiamata dei soccorsi: in alcune Regioni è già attivo il numero unico di emergenza europeo 112, in altre è ancora possibile chiamare direttamente il 118.
Sessantadue secondi: è questo il tempo di mediana che intercorre – secondo un’indagine condotta nell’area Lombardia – tra la chiamata al 112 e il trasferimento, nel caso l’emergenza sia sanitaria, al 118. Sessantadue secondi che possono essere lunghissimi se si tratta di patologie tempo – dipendenti: in caso di arresto cardiaco, un minuto di ritardo nei soccorsi fa perdere il 10% delle probabilità di recupero.
“Occorre una revisione urgente del modello ‘112’, in modo che il cittadino possa continuare a chiamare anche direttamente il 118” ha chiesto il presidente della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli.
Quando poi i soccorsi arrivano, non sempre e non dappertutto i mezzi di soccorso avanzato portano a bordo la miglior squadra possibile per un’assistenza efficace e tempestiva: medico (che può fare la diagnosi e prescrivere la terapia), infermiere (cui compete l’assistenza del malato) e autista soccorritore. Tre professionalità che, lavorando in sinergia, garantiscono la miglior ripresa del paziente, riuscendo, in alcuni casi, ad evitare accessi inappropriati in ospedale, perché la terapia inizia e in certi casi si esaurisce direttamente sul posto per poi continuare a domicilio.
“Il mezzo di soccorso avanzato deve avere a bordo il medico, l’infermiere e l’autista soccorritore, pronti a lavorare in sinergia – ha spiegato il Segretario della Fnomceo, Roberto Monaco -. Oggi nelle diverse Regioni abbiamo le più variegate procedure e organizzazioni. L’assistenza deve invece essere uguale da Bolzano alla Sicilia: in qualunque posto si trovi, il paziente deve essere trattato nella
miglior maniera e nel minor tempo per assicurargli una sopravvivenza di qualità. Questo significa concretizzare quella tutela dei diritti, alla salute, all’uguaglianza, che, come Ordine, siamo chiamati a garantire”.
“Si assiste invece oggi a una progressiva demedicalizzazione ma anche a una deinfiermerizzazione dei mezzi di soccorso – ha aggiunto Balzanelli – che prevale negli assetti di sistema delle Regioni del nord”.
“Non si può pensare a una sanità senza medici, che sono gli unici professionisti cui competono la diagnosi e la definizione della terapia più appropriata al singolo caso – aggiunge Monaco -. Sarebbe come far pilotare un aereo dagli assistenti di volo, perché i piloti non si trovano o costano di più. Né si può pensare a un’emergenza-urgenza senza medici, poiché è proprio quando il paziente rischia la vita che deve avere un’assistenza di qualità”.
A spiegare cosa vada cambiato nella legislazione vigente è stato l’avvocato Carlo Spirito, del Dipartimento Salute di Federconsumatori. Quattro i punti principali: una modifica della griglia Lea che definisce l’appropriatezza della prestazione dio soccorso in emergenza-urgenza; una modifica della definizione di mezzo di soccorso avanzato; l’aggiornamento delle linee guida sulla qualificazione dei mezzi, cui la normativa fa riferimento, e che risalgono al 1996; provvedimenti per mantenere, accanto al numero unico 112, anche il 118.
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