L’Istat registra, a febbraio, un tasso di inflazione al +0,4% su base annua. Con l’inflazione a questi livelli, gli aggravi a carico di ogni famiglia ammontano a +118,60 Euro annui.
Più marcato, invece, l’aumento del tasso relativo al carrello della spesa, ovvero dei prezzi dei beni con maggiore frequenza di acquisto, che si attesta al +1%, in lieve diminuzione rispetto al tasso del +1,3% registrato a gennaio. Questo si traduce, solo nel settore alimentare, in un aggravio di 56,00 Euro annui a famiglia.
In particolare l’Istat sottolinea che non ci sono stati a febbraio aumenti dei prezzi degli igienizzanti a causa del Coronavirus, precisando che le rilevazioni arrivano fino a domenica 23. Una speculazione che forse non avveniva solo nelle farmacie e nei negozi fisici monitorati dall’Istat, che tra l’altro in tale data avevano con grande probabilità già finito le scorte. Purtroppo, a partire da circa il 20 febbraio, specialmente online, i prezzi hanno iniziato a lievitare, lo dimostrano le numerose denunce dei cittadini che si sono rivolti alla nostra Associazione, che ci hanno portato a segnalare prontamente il fenomeno all’Antitrust. È di oggi la notizia che l’Autorità ha chiesto chiarimenti sulla vendita di prodotti igienizzanti e di mascherine alle principali piattaforme e ai siti di vendita on line.
Al di là dei dati relativi alle speculazioni, rimane comunque il fatto che l’inflazione in crescita pesa sui bilanci familiari in un momento delicato e difficile per l’intero sistema economico.
Condividiamo gli appelli alla calma e alla razionalità: attraverso una corretta informazione che dia spazio alla conoscenza e non alle paure irrazionali è possibile adottare tutte le misure precauzionali del caso senza paralizzare l’intero Paese. Per questo è necessario uno sforzo del Governo per affrontare l’emergenza e limitare i danni sull’economia, che rischiano di ripercuotersi in maniera pesante sull’economia e su tutti i cittadini.