Le osservazioni della Federconsumatori in merito alla bozza del regolamento del tavolo di conciliazione e solidarietà che la banca ha sottoposto alle Associaizoni sono le seguenti:
La proposta trasmessa alle associazioni prevede che il socio possa ricevere un “contributo” dalla banca la cui misura massima, prescindendo dalla perdita subita in fase di investimenti in titoli azionari BPB, non possa eccedere i 30.000,00 euro, purché non abbia usufruito in passato di una forma di indennizzo.
Altresì, il socio deve avere una situazione ISEE inferiore a €. 15.000,00, e deve versare in una o più condizioni di disagio importanti, quali a titolo esemplificativo: disoccupazione–malattia- crisi economica- Covid19 ecc.
La banca Popolare di Bari, nell’erogazione di tali somme non si assume alcune responsabilità per gli investimenti svolti dai risparmiatorisociconsumatori nei titoli di sua emissione.
In ultimo, le domande dovranno essere esaminate da una commissione composta da 2 membri, uno scelto dalla banca e l’atro facente parte di un’ associazione o da un rappresentante legale scelto dal socio. Orbene, non vi è chi non veda, che una transazione così formulata faccia ipotizzare un intervento della banca atto a tutelare dei soggetti basandosi su requisiti che esulano dalle violazioni e dalle responsabilità dell’istituto creditizio, la cui negligenza ha prodotto le perdite economiche di una parte importate dei loro associati. Altresì, un “contributo” rilasciato sulla base di tali presupposti va a indennizzare il soggetto che versi in uno stato di difficoltà economico e non la vera vittima, ovvero il consumatore che ha acquistato le azioni BPB, fidandosi del funzionario della banca, ma al quale le azioni non potevano essere vendute in quanto completamente all’ oscuro della rischiosità dei titoli e della loro natura. La Banca Popolare di Bari in fase di vendita delle azioni ha posto in essere numerose violazioni che hanno riguardato per lo più la fase informativa, ovvero quel momento precedente alla vendita. Dette violazioni, oltre ad essere state accertate per molti soci nelle sedi giudiziarie civili, presso l’Arbitro delle Controversie Finanziarie (ACF) con l’emissione di decisioni, e in ultimo al vaglio della procura, sono un fatto notorio ed acclarato. Per tali ragioni, la proposta della banca di voler corrispondere ai soci un “contributo” connesso a ragioni “assistenzialistiche” dribblando e deviando da un esame effettivo delle sue responsabilità, è inaccettabile e va a frustrare la dignità dei nostri associati e quindi delle associazioni che li rappresentano. Si diceva che l’ACF ha già esaminato e condannato la banca a risarcire il danno a molti soci, ma la stessa banca è rimasta inadempiente svilendo anche il ruolo istituzionale dello stesso arbitro. L’accordo transattivo eventualmente a svolgersi, non può prescindere dall’ accertamento delle responsabilità della banca e deve andare ad indennizzare il sociorisparmiatoreconsumatore al quale le azioni non potevano essere vendute per tutte le ragioni ormai note. Il “contributo” deve tutelare le vittime e non gli azionisti della BPB in generale, ragion per cui è necessario individuare per ogni caso le responsabilità dell’istituto di credito.