Non sorprende, purtroppo, il dato relativo alla fiducia dei consumatori appena pubblicato dall’Istat: nel mese di novembre si passa da un indice di 101,7 al 98,1. La diminuzione non fa che confermare il persistente malessere che permea l’intero contesto socioeconomico: la condizione di instabilità in cui ci troviamo ormai da troppo tempo grava in misura pressoché insostenibile non solo sulle possibilità economiche delle famiglie ma anche sull’umore dei cittadini, che guardano al futuro con sempre maggiore preoccupazione. Uno stato d’animo più che comprensibile, se si pensa all’emergenza sanitaria ancora in corso, alla contrazione del potere di acquisto, alla diminuzione dei consumi, al peggioramento delle diseguaglianze e al calo del reddito disponibile registrati in questi mesi.
I dati odierni dimostrano ancora una volta l’urgenza di introdurre interventi strutturali. Non ci stanchiamo di ribadire che una condizione come quella attuale non può essere affrontata e risolta con provvedimenti di carattere emergenziale ma necessita di azioni orientate a rendere definitivamente solida la nostra economia sul lungo periodo. Misure strutturali per lo sviluppo, per la crescita e per il rilancio dell’occupazione non sono più rinviabili: il Paese ne ha assoluto bisogno per avere, finalmente, nuove possibilità di ripresa.