Nonostante le ampie rassicurazioni la campagna vaccinale procede con un inaccettabile rallentamento, aggravato da una conduzione a dir poco opaca e confusa.
La situazione, tra differenze regionali, ritardi, vie preferenziali e furbetti della fila appare fuori controllo. Questo chiama alla responsabilità il Governo e il Ministero della Salute, che devono prendere in mano la campagna importando una gestione e un coordinamento centrale, per porre fine alle disuguaglianze e alle intollerabili disparità che si sono generate a livello regionale in tale ambito.
Basta con il “fai da te”, basta con le disuguaglianze, ma soprattutto basta con l’acquisto autonomo sui mercati. La regia deve essere unica, adeguata, orientata a garantire l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in questo caso dei vaccini, in attuazione di quanto sancito dalla Costituzione Italiana.
In tal senso, oltre a procurare adeguati rifornimenti ed a pretendere in ogni modo il rispetto degli accordi, è indispensabile definire delle linee omogenee per la somministrazione dei vaccini: partendo da ultrasettantenni e persone fragili, procedendo per fasce d’età e adottando criteri più stringenti per la vaccinazione delle categorie particolarmente esposte.
Ha ragione Draghi quando si appella al buon senso e alla coscienza dei cittadini, che senza dubbio sono in prima linea nel dover fare la loro parte, ma è opportuno, visti i ripetuti abusi, anche predisporre linee guida più precise e selettive.
Uno stretto coordinamento a livello nazionale è necessario anche alla luce dei dati allarmanti sulla rinuncia alle cure e sulla denuncia di carenza assistenza e prestazioni da parte di malati cronici, malati oncologici e pazienti che hanno urgente di cure tempestive, spesso obbligati a rivolgersi al privato.