Il 5G è una tecnologia che apre a nuove prospettive e opportunità, soprattutto in termini di sviluppo e riduzione delle disuguaglianze; allo stesso tempo, genera ancora alcune diffidenze e perplessità da parte dei cittadini che chiedono, quindi, informazioni corrette e autorevoli. La maggior parte delle persone intervistate delle regioni del meridione non ha conoscenze specifiche sulla tecnologia e sui dispositivi 5G: il 50% circa ne ha una conoscenza minima o nulla, dato leggermente più positivo rispetto al livello nazionale (56%). Maggiore è la fascia d’età, minore è la conoscenza. Si tratta infatti di una tecnologia ancora poco diffusa, soprattutto tra gli anziani. Solo il 21,2% dei rispondenti delle regioni meridionali utilizza al momento una connessione mobile 5G. Si nota un maggior utilizzo nei più giovani, nei soggetti con un titolo di studio più elevato e nei nuclei familiari con minori. A proposito, invece, di sicurezza informatica, informazione e diritti dei consumatori, solo il 15% degli intervistati delle aree meridionali si dichiara preoccupato per i possibili effetti sulla salute, mentre il 34% – soprattutto tra quanti hanno una conoscenza minima o nulla del 5G la cui fonte di informazione principale è caratterizzata dai canali social e dalla tv – dichiara di condividere almeno una delle false informazioni che nel corso degli anni hanno trovato diffusione su alcuni canali di comunicazione, a proposito del 5g (“provoca tumori”, “facilita lo spionaggio dei dati”, “non favorisce lo sviluppo dell’economia e del lavoro”).
Sono questi alcuni dei dati che emergono da un’Indagine sul livello di conoscenza che i cittadini delle aree meridionali rispetto alla tecnologia 5G – realizzata dalle Associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e U.Di.Con) con il sostegno non condizionante di WINDTRE – e presentata oggi presso la Città della Scienza di Napoli. Dal focus emerge anche che il 57,5% di chi non utilizza il 5G dichiara di non avere ancora un cellulare idoneo, mentre oltre il 28% non ne conosce i vantaggi o non è interessato. Il fattore economico ha un peso leggermente maggiore nelle aree del Sud Italia (14,4%) rispetto al dato nazionale (10,7%). Circa un quarto dei rispondenti delle Regioni meridionali che attualmente non usa ancora il 5G ha dichiarato la volontà di volervi passare a breve (24,3%), dato che supera quello nazionale che si attesta sul 18%. Il 50,6% afferma che lo farà nel lungo periodo, con l’obiettivo di acquisire maggiori informazioni e verificare gli sviluppi futuri della tecnologia, mentre il restante 25,1% non ha nessuna volontà in proposito. Si evidenzia, infine, che il 40,7% di chi non la utilizza, non sa se tale tecnologia sia disponibile o meno nella propria città e il 21,8% sostiene di no. Le risposte negative superano di 7 punti percentuali il dato nazionale (15,4%).
L’analisi dei dati rivela che il livello d’istruzione incide sul tasso di conoscenza del 5G: infatti il 59,4% dei rispondenti laureati indica una conoscenza medio/alta a fronte del 43,8% dei rispondenti in possesso di un diploma o licenza media. La principale fonte di informazione sulla tecnologia per i rispondenti del Sud Italia è rappresentata dai canali social (37,5%) e dagli articoli di approfondimento (36,9%), classifica che si inverte rispetto alle risposte a livello nazionale. Il dato però cambia se si tiene conto del livello di conoscenza che si ha dell’argomento: nei casi in cui è di livello medio/alto, le principali fonti di informazioni sono gli articoli di approfondimento (circa 54%). Diversamente, chi invece ha una conoscenza minima o nulla, indica come fonte principale il la TV (38,8%) e il passaparola di amici e conoscenti (35,5%). Ecco perché tra l’82,9% dei rispondenti delle aree meridionali si evidenzia la necessità di ricevere informazioni più concrete, affidabili e dettagliate sul 5G, soprattutto in relazione alla salute, alla tutela della privacy e alla cyber security. Inoltre, circa il 55% ritiene che tali informazioni dovrebbero provenire dalle associazioni dei consumatori.
Circa il 74% dei rispondenti delle aree del Sud ritiene la diffusione del 5G utile o importante, in misura maggiore per chi ha un titolo di studio più alto, dato lievemente superiore rispetto a quello nazionale (circa 70%). A proposito dei vantaggi che la diffusione della connessione 5G potrebbe portare, gli intervistati delle aree del Sud Italia indicano principalmente il miglioramento delle performance delle comunicazioni telefoniche e delle connessioni internet (78,6%), lo sviluppo di innovazioni tecnologiche (46%) in termini di robotica e di organizzazione delle città verso il modello Smart City. Inoltre, gli utenti credono che la tecnologia 5G possa determinare progressi in altri settori, come la formazione, la sanità, l’economia e i trasporti. Per il 65% dei rispondenti, 7 punti percentuali in più sul dato nazionale, lo sviluppo del 5G e dei servizi associati rappresenta anche un’opportunità in termini di riduzione delle disuguaglianze sociali.
Alla presentazione dei dati hanno preso parte le associazioni che hanno realizzato l’indagine (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon) e ne hanno discusso con Nicola Pasquino, Professore di misure elettriche ed elettroniche dell’Università degli studi di Napoli Federico II, Livio Gigliuto, Presidente esecutivo Istituto Piepoli e Giovanni Santella, Vice Segretario generale, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L’indagine e maggiori informazioni sul progetto sono disponibili a questa pagina